Chi Sono


Autodidatta, Enzo Zanetti, ha iniziato a dipingere da ragazzo, e di quel periodo rimangono pochi quadri.

 

I casi della vita lo hanno portato ad abbandonare la pittura: i continui viaggi di lavoro non gli hanno consentito infatti di proseguire la sua inclinazione.Con il pensionamento avvenuto nel 1995, padrone del suo tempo è tornato a dipingere.

Enzo Zanetti

Al di fuori di ogni schema pittorico, corrente o scuola. ama definirsi un istintivo, portato a dipingere qualsiasi luogo ed evento lo colpisce e ritenga possa essere rappresentato

 

Presentazione di Enzo Zanetti all’inaugurazione della sua personale del 4 Aprile 2004 intitolata:
SENSAZIONI.


Per quanto riguarda la mia pittura l’unica cosa che mi preme evidenziare è la passione che metto
nell’eseguire quello che sento nell’animo senza seguire particolari canoni o correnti artistiche, e
pertanto libero di esprimere la mia interiorità non impastoiato da schemi prestabiliti.
Ed è per questo che in molti miei quadri, soprattutto nel paesaggio vegetale, gli alberi, i campi, sono
raffigurati con colori che magari in natura non esistono, ma che dentro di me percepisco fisicamen-
te, e che mi esaltano per la “ trasgressione” che compio dipingendo quello che sento e non quello
che vedo.
Infatti nella preparazione di un paesaggio – ricavato da fotografie che scatto personalmente e che
supporto con schizzi successivi per fissare i colori, il momento, l’evolversi nell’arco della giornata
della luce e dell’ombra – alla fine del mio lavoro mi accorgo che il quadro pur rappresentando nel-
l’insieme quello che ho visto con gli occhi, si è trasformato in qualcosa che è scaturito dal mio esse-
re più interiore e certamente per me più appagante.
A tale proposito vorrei citare una frase di Leonardo da Vinci che nonostante nel suo “ Trattato del-
la Pittura “ abbia fissato più norme di tutti nell’esecuzione pittorica, ha anche affermato:
“ se tu volessi adoperare le regole nel comporre non verresti mai a capo e faresti confusione nelle
tue opere”.
Il mio cammino pittorico, per quanto detto, può apparire a volte tortuoso, ma vi assicuro che la mia
ricerca è indirizzata a fare emergere la mia doppia natura, allegra e malinconica, esprimendo libera-
mente la mia emotività.
Noterete infatti, guardando i miei quadri, che amo il colore per se stesso, senza minimamente preoc-
cuparmi di stemperarlo in tonalità più tenui, se non in rari casi, perché solo così mi sento appagato
interiormente, consapevole che ogni pennellata mi porta più vicino a sentirmi libero e felice.
Infatti, come scrive Johannes Itten, nel suo trattato “ Arte del Colore “:
“ elemento essenziale per la creazione artistica non sono i mezzi espressivi e figurativi, ma l’uomo
con il suo carattere e la sua umanità. Uno studio approfondito dei colori è uno strumento eccellente
per sviluppare la propria umanità e per acuire la sensibilità delle necessità interiori; è un sussidio
per intendere le leggi interne necessarie del divenire naturale, ma subordinarsi a tali leggi vuol dire
rinunziare al capriccio; porsi al servizio della creazione significa essere veramente uomini”.
Non ho seguito una tematica univoca nel rappresentare i miei quadri, ma piuttosto ho cercato sog-
getti e situazioni che comprendessero una panoramica della quotidianità della vita attraverso vari
momenti e stati d’animo, tentando di trovare, appunto, la mia umanità.