Critiche


                                                

RIFLESSIONI

Presentazione per l’inserimento in ARCHIVIO
mensile di Arte, cultura, antiquariato, collezionismo, informazione
edito dalla Galleria d’Arte Arianna Sartori – Mantova.

 

         Enzo Zanetti paesaggista per vocazione, pure mantenendosi nell’ambito naturalistico, resta
sempre il fautore di una libertà espressiva che gli consente di trasformare con immediatezza,
l’ammirazione contemplativa in vettore delle proprie motivazioni interiori. Ciò gli è reso possibile
perché adotta un’audace poetica cromatica che spazia dall’irruente colorismo materico agli elegan-
ti spunti chiaristici. In molti dei suoi dipinti, i toni marcati e le vigorose pennellate danno vita a scene che riescono a toccare le corde più recondite dell’anima.

Nella riproduzione dei tanto amati paesaggi montani, passa improvvisamente dalla luce abba-
cinante riflessa dai picchi, al verde cupo delle conifere che vivono all’ombra dei dirupi. Mentre
la semioscurità dei sentieri boschivi delimitati da rocce coperte di muschio e tappezzati di foglie
cadute, rende alla perfezione un senso di vita latente e misteriosa. Ed a tratti, esplosioni di colori
esaltati da un sole non più frenato dalle fronde, piombano accecanti sull’erba umida e brillante del-
le radure.

         Fino a qui lo Zanetti artisticamente istintivo, irruente, passionale e nostalgico, sempre attento
però a non soggiacere all’appiattimento formale ed ideologico, fatto questo che gli consente di per-
severare nella ricerca costante della propria autenticità. Così, forte di una visione più ampia dello
universo figurativo e beneficiando dell’innata versatilità, sia nella scelta dei soggetti, che nella pras-
si operativa e pure per quanto riguarda la cromia, il segno, i contenuti e l’estetica in generale, può
operare con tocco più leggero e delicato.

         Non solo quindi arcani silenzi boschivi evocati da inedite valanghe cromatiche, ma anche scorci rasserenanti di darsene tranquille e di barche che dondolano pigramente nella risacca, miste-
riosi fondali marini e brillanti lagune coralline. Ed ancora scene agresti elegiache glorificate dal
sole e tanti altri soggetti pervasi di un garbato e sognante impressionismo. Notevoli alcune opere
nelle quali l’inverno fa da protagonista: un’alta volta di fronde innevate cattura la luce di vecchi e
stanchi lampioni e la restituisce, arricchita di riflessi dorati ad un passante solitario, attonito davanti
allo scenario pervaso di magia. Ancora immense solitudini di laghi ghiacciati in un grande silenzio,
rotto all’improvviso da fantastici voli di uccelli che scuotono la brina dagli arbusti sporgenti dalle
rive. Scene queste ultime che sembrano anticipare tutto il fascino del monocromatico.

         Poesia ora aspra, ora musicalmente armoniosa, che il segno nonostante tutte le intenzione fi-
gurative veristiche, non riesce ad imbrigliare del tutto, perché l’autore tende sempre a veleggiare al
di sopra delle scene, anticipando il senso di un divenire che indirizza verso sequenze che spesso so-
no al di fuori di una realtà concreta e verso un ipotizzabile surreale.

Ottobre 2009
Ottavio Borghi


Vernice di Enzo Zanetti

Istituti Fondazione Mons. A. Mazzali – Mantova


Libero ed indipendente dalle pastoie di ordine accademico e dalle virtualità imposte dagli ormai
stanchi criteri estetici, Zanetti estrinseca liberamente il pensiero artistico, versando sulla tela la
sua sempre latente carica poetica.
Da ricordare il famoso detto latino: “ Timeo lectorem unius libri “, perché qualche insegnante
tende a fare dell’allievo la proiezione di sé stesso, bloccando così sul nascere il suo spirito critico.
Spirito critico che gli permetterebbe di cogliere il meglio delle speculazioni artistiche dei grandi,
realizzando una propria sintesi ed una propria filosofia.
Innamorato del paesaggio montano, Zanetti, ha tradotto inizialmente sulla tela le sue impressioni
speculando, oltre che sulla figura, anche sulla matericità del colore, quasi a cercare una terza di-
mensione .
Ha  realizzato così una vasta serie di opere di forte impatto emotivo, di rude ed incisiva immedia-
tezza, ma anche di estrema originalità.
Non solo paesaggi montani perché nelle sue opere figurano anche pianure sconfinate e boschi in-
nevati spesso teatro muto di tragedie umane ed animali.
Come pure illustrazioni della civiltà contadina stemperata in vivaci scene agresti, dove i mietitori,
la luce del sole e le messi si confondono in un tutto, quasi a creare una simbiosi animistica.
Ed ancora tante scene di carattere diverso, ma che mettono in luce una ormai acquisita unità sti-
listica incentrata su di una salda base impressionistica, venata di frequenti spunti espressionistici,
che rimarcano l’intento di adombrare nel contesto le sempre presenti tematiche, sia di ordine spi-
rituale che materiale.
Zanetti, con il tempo, conscio della indispensabile dinamica che deve seguire l’arte onde impedire
la stagnazione, sia cromatica che concettuale, ha realizzato un’ottima resa materica senza più gra-
vare sulla tela con lo spessore del colore.
Continua però con i suoi ormai famosi affondi in fatto di tonalità e di variazioni timbriche repenti-
ne.
Notevole la prova dell’abilità tecnica conseguita, sono i numerosi fondali marini, nei quali oltre al-
la precisione naturalistica del disegno, ha evitato con cura le trasparenze classiche da acquario ar-
tificiale, perché ha riprodotto, con grande verismo, la luce attenuata dalla profondità.
Fondamentalmente verista, Enzo con la sua opera, induce ad ipotizzare per le immagini un diveni-
re, poiché sfocia sempre, con il concetto di base e con l’originalità dei colori, in quel tanto di sur-
realtà che proietta le scene verso un futuro probabile o forse anche improbabile; il che gli conferi-
sce la facoltà di rendere vive le sue opere.

Mantova 20 Aprile 2009

Ottavio Borghi


                          LIBERTA’ ARTISTICA.


Nella sua innata ritrosia, Enzo Zanetti, mentre state guardando i suoi quadri, vi dirà subito che alle
spalle lui non ha scuola, intendendo con ciò che non ha seguito il canonico corso di studi che dà il
pass per poter essere artisti, non sempre per diventarlo.
Non badateci: qualcuno dice che la creatività primigenia, cioè quell’attitudine naturale ad esprimer-
si in un modo che si considera artistico, è gravemente compromessa dalla educazione e dall’espe-
rienza. Perciò ben venga chi di “ educazione” ( così intesa ) ne ha poca o punto, e si trova perciò li-
bero di esprimere il proprio talento senza le briglie e le stanghe impostegli da un “ maestro “ che per
quanto bravo sia, non possiede la sua specifica sensibilità ed emotività.
Godetevi quindi senza intellettualismi le sue opere così ricche di colore, dove sono bandite le astu-
zie e gli artefici espressivi. Non ci sono giochi tonali o mezze tinte, ma esplode il forte vigore dei
colori basali stesi a volte a brevi tocchi ed altri a leggeri colpi di spatola in una materia cromatica,
in questo caso, più spessa ed agrumata.
Non ci sono ombre, e la composizione, che predilige il paesaggio vegetale, la successione dei campi
o la gratificante presenza degli alberi, si presenta quasi sempre frontale ma non per questo piatta  e
monotona.
A volte però questa rutilanza di pigmenti pare lasciare il campo ad una visione più sobria e contem-
plativa: ecco allora definirsi i “ paesaggi di nebbia”, dove scompaiono gli accostamenti cromatici
prepotenti, per lasciare il posto ad evanescenti rappresentazioni immerse in un’atmosfera sfumata e
quasi sognata.
Una pittura, in definitiva, quella di Zanetti, che se anche qua e là lascia trasparire qualche incertezza
dovuta alla mancanza di “ malizia” di mestiere, si recupera, nel complesso, grazie alla sensibilità ed
alla passione che urge nell’animo dell’autore e che non manca di una significativa capacità di attra-
zione e coinvolgimento.


Mantova, Agosto 2001                                                

Gilberto Cavicchioli

 


                             I COLORI DI S. BARTOLOMEO:


Si respirano i colori magici del paesaggio montebaldino nelle opere di Enzo Zanetti che ha esposto
le sue opere, dal 15 al 23 Agosto, nella splendida cornice dell’Antica Festa di S. Bartolomeo a Paz-
zon, piccolo paese alle pendici del Baldo.
“ Enzo Zanetti è uno dei nostri”, ha detto Luciana Bresaola, deus ex machina del locale comitato
organizzatore, rivelando il segreto del successo della sagra in quel mettere insieme in un clima di canti, allegria e piacevoli ricordi quanti sentono forte il legame con il paese natio o di adozione.
Sguardo timido nascosto dietro una folta barba bianca, il sessantenne pittore autodidatta è proprio
uno di quelli che, anche se ora abita a Mantova, il cuore se l’è dimenticato a Pazzon.
E di tanto in tanto avverte il bisogno di ritornarvi per sentire ancora il battito emozionante dell’in-
contro con luoghi, cose e persone amiche.
Le sue opere si snodano lungo un sentiero artistico tortuoso e mai banale che, alla fine, si identifi-
ca con un percorso di vita comune a molti suoi paesani. Dal paese alla città, dalla montagna alla pia-
nura, dall’infanzia alla maturità.
L’esplosiva vivacità di colori usati per rappresentare luoghi e stati d’animo dell’infanzia sfuma poi
man mano nelle tonalità tenui ed addormentate delle nebbie mantovane, rivelando così la doppia
anima allegra e malinconica di Enzo Zanetti, uomo ed artista.
In autunno l’autodidatta Enzo Zanetti diplomato pittore alla “ scuola della passione e del talento”
esporrà i suoi lavori in altre mostr a Verona e a Mantova..

Articolo apparso su L’Altro Giornale                                
Giuseppe Armani

 

Apre oggi, patrocinata dalla Pro Loco e dal Comune, la mostra del pittore mantovano Enzo Zanetti
presso il Palazzo ducale di Revere nelle salette dei capitelli.
La mostra rimarrà aperta fino al 6 Aprile e si potrà visitare tutti i giorni, festivi compresi, dalle ore
10 alle 12 e dalle ore 15 alle 18,30.


Gazzetta di Mantova del 2 Marzo 2003

 

Grande successo sta ottenendo la mostra di pittura inaugurata in Palazzo Ducale a Revere dal sinda-
co Strazzi, dall’assessore alla cultura Manzoli e dal presidente della Pro-LocoGazzi, e visibile nelle
salette dei capitelli, del pittore Enzo Zanetti.
Le sue opere sono una esplosione di colore, una tale carica cromatica esprime la sua tavolozza, qua-
si volesse fare emergere da essa una “ ossessione del colore “, titolo della mostra stessa.


Gazzetta di Mantova del 12 Marzo 2003

 

                             ENZO ZANETTI PAESAGGISTA.

Pittore paesaggista Enzo Zanetti anima le sue riproduzioni naturalistiche arricchendole con episodi
di vita, quasi a voler stabilire l’equilibrio fra la natura e tutte le creature viventi..
Dipinge scene di grande realismo che spesso manifestano i risvolti più tragici dell’esistenza nelle quali la natura incombe, con la sua forza ed i suoi cicli inarrestabili, su uomini ed animali. In altre
esalta il carattere gioioso della vita che trionfa in perfetto accordo con l’ambiente che la circonda.
In certe sue opere, la neve che domina pianure senza confini, fa da sfondo con crudo realismo, al
dramma continuo della lotta per l’esistenza. Altri dipinti narrano con vivacità di scene agresti, dove
i mietitori si confondono con il grano in un entusiasmante e simbolistica esplosione di luce e di
colore.
Nella sua nutrita produzione spiccano anche dolci paesaggi montani dai verdi intensi ed avvincenti
boschi di pioppi colorati d’autunno, quasi in contrasto con la luminosità chiaristica di certi panora-
mi che richiamano l’opera di un fine ceramista.
Gli interni dei locali rustici, cari all’antica civiltà contadina, descritti con linee precise, quasi calli-
grafiche, sono immersi in una penombra dai toni crepuscolari che accentua l’usura del tempo, evo-
cando nostalgia ed una punta di rimpianto per le cose semplici del passato.
Quella di Zanetti, è una pittura vigorosa ed irruente pervasa di sentimento, eseguita con pennellate
decise e materiche che naviga a vista rispetto alle principali speculazioni artistiche del passato, sen-
za però mai confordervisi completamente.
Le sue opere nel complesso denotano una dinamica volta alla ricerca dell’unità stilistica sia dal pun-
to di vista cromatico che concettuale. Conservano sempre però il pregio di una generosa impronta
personale, forse come tutte le cose perfettibile, ma che possiede comunque il grande valore di una
genuina spontaneità.


Mantova, Aprile 2004                                                 
Ottavio Borghi

 

                             COLORI e SENTIMENTO.


Nell’opera pittorica di Enzo Zanetti, la particolare cromìa dai toni marcati e le vigorose pennellate
dalla irruente consistenza materica, danno vita a scene di verismo estremo. L’Autore riesce così a
toccare le corde recondite dell’anima, suscitando inizialmente un senso di sconcerto che porta alla
ricerca di altre verità. Verità che soltanto l’istinto dell’artista riesce ad intravedere e che danno vita
all’impulso di tradurre in immagine le sue sensazioni, rendendole percettibili anche all’osservatore.
Zanetti difficilmente indulge al lirismo di scenari idilliaci glorificanti, edulcorati da artefici pittori-
ci frutto di regole codificate, perché è nel suo stile usare coraggiosamente “ affondi “ coloristici che
trasmettono una forte carica emotiva. La sua è una ricerca costante al fine di trovare un equilibrio
fra la realtà oggettiva ed una visione soggettiva particolarmente intensa, da concretizzare usando il
colore con irruente immediatezza.
Nella riproduzione dei tanto amati paesaggi montani, passa improvvisamente dalla luce abbacinan-
te che illumina i picchi, al verde cupo degli arbusti e delle conifere che vegetano all’ombra dei di-
rupi. La semioscurità dei suoi boschi, dai sentieri tappezzati di foglie morte e delimitati dalle rocce
coperte di muschio, rende alla perfezione il senso della vita latente e nascosta della natura.
Poi , ad un tratto, le esplosioni di luce e di colori alimentati dal sole, che non più frenato dalle fron-
de, piomba sulle radure.
Pregevoli gli scorci marini: pesci strani e banchi corallini, un mondo magico che prospera adagiato
nelle correnti e nel grande silenzio, ai quali l’autore conferisce l’impronta del mistero, perché smor-
za in giusta misura la vivezza dei colori appannati dalla profondità.
Non solo toni profondi però, ma anche visioni ad ampio respiro, come il pescatore di trote che cam-
mina cauto fra i sassi di un torrente dalle acque di cristallo, sullo sfondo di un suggestivo paesaggio
collinare. Ed il porticciolo con le sue barche dal disegno gradevole, che dondolano pigramente nella
risacca, dove la visione del mare, della terra e delle nubi all’orizzonte, si stempera nella luce calda di un sole al tramonto.


Mantova, Febbraio 2005                                              
Ottavio Borghi

 


                             I PAESAGGI DI ENZO ZANETTI ALLA “ ISABELLA d’ESTE “.


Oggi alle 17 alla galleria Isabella d’Este di via Corridoni 45, verrà inaugurata la mostra di pittura – I
luoghi del cuore…e dintorni – di Enzo Zanetti, artista mantovano, la quale rimarrà aperta fino al 27
Maggio, con i seguenti orari: tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 16,30 alle 19,30.
Enzo zanetti è un cantore della mantovanità, intesa come paesaggio, che sa ben realizzare, facendo un accurato uso dei colori, creando atmosfere soffuse di poesia, prediligendo in questo la terra vir-
giliana.
Ottavio Borghi, scrivendone in catalogo, tra l’altro, afferma: “ pittore paesaggista, Zanetti anima le
sue riproduzioni naturalistiche arricchendole con episodi di vita, quasi a voler stabilire l’equilibrio
fra la natura e tutte le creature viventi.
Dipinge scene di grande realismo che spesso manifestano i risvolti più tragici dell’esistenza nelle
quali incombe, con la sua forza ed i suoi cicli inarrestabili, su uomini ed animali.
In altre esalta il carattere della vita che trionfa in perfetto accordo con l’ambiente che lo circonda”.


La Voce di Mantova – 30 Aprile 2005                                 
Vittorio Montanari

 


Dalla Voce di Mantova del 9 Giugno 2005

Restano gli ultimi giorni per visitare la mostra di Enzo Zanetti in corso alla galleria Isabella d’Este
in via Corridoni 45, a cura di Orietta Bonazzi, che è stata prorogata fino al 10 Giugno.
La rassegna ha continuato a riscuotere un grande successo da parte del pubblico

 

                             PAESAGGI ed ALTRO:


Enzo Zanetti nella sua pittura, difficilmente si abbandona ad una riproduzione compiacente, agendo
quindi in piena libertà per quanto riguarda forma e cromìa, ma per i contenuti si ispira sempre alla
massima secondo la quale un’opera d’arte può definirsi tale, quando in essa avviene la fusione fra
immagine e fantasia, tanto da riecheggiare i sentimenti dell’autore. Salvo un filtraggio obiettivo dei
sentimentalismi troppo spinti.
Da quando la paesaggistica è diventata genere pittorico a se stante gli artisti, liberi dai vincoli impo-
sti dalle esigenze sceniche, quindi non più soggetti a dipingere soltanto sfondi di supporto a scene di movimento od a ritratti, hanno potuto sfruttare con respiro più ampio tutte le potenzialità del colore
riguardo la luce, il chiaroscuro, l’ombra e la spazialità. Sono stati realizzati così paesaggi e vedute
che hanno fatto la storia di questo genere pittorico elevato al ruolo di protagonista in tanti dipinti.
Ogni artista è libero di cogliere i suggerimenti dei Grandi e fonderli creando uno stile personale.
E quello di Zanetti è uno stile personalissimo che accentua in modo estremo la forza espressiva del-
le sue opere, la cui caratteristica principale è rappresentata da un colorismo coraggioso e deciso.
Vincola così la rappresentazione diretta della realtà ad una speciale tessitura cromatica, che esprime
talvolta anche un sottofondo drammatico e spesso anche un senso latente di surrealtà.
Notevole la sua rappresentazione dei peschi in fiore ai piedi delle colline moreniche, dove luce e
colore si fondono con l’orizzonte generando un alone magico nel meriggio assolato.
Ed ancora il rosso pulsante dei papaveri che macchiano il verde intenso dei prati e che tendono a
debordare dai sentieri e dalla riva dei canali. E cascate irruenti che sfuggono dall’ombra di boschi
secolari, mentre la luce che filtra dalle fronde si libera nei colori dell’iride giocando con i riflessi
della schiuma. Ed arcate di antichi ponti dalle pietre ricoperte di muschio che sembrano inghiottire
l’acqua che scompare nell’ombra. Lontano si fa strada fra le nuvole basse e le cime degli alberi,
sospeso sull’orizzonte, un borgo medioevale: quasi un miraggio, specchio tragico di tanti fantasmi
e di tanti anni di storia.
Ma Enzo Zanetti non crea soltanto visioni di boschi lussureggianti e corsi d’acqua ora trasparenti,
ora turbinosi, ma anche incantate scene agresti, acquari e scorci di marine tranquille e nature morte,
nelle quali si alternano il senso di abbondanza e di vigore della natura e quello di tristezza che anti-
cipa la fine di un ciclo vitale.
Indimenticabili sono i suoi interni che cantano dell’antica e frugale civiltà contadina e che fanno
tanta nostalgia.

 


Mantova, Agosto 2006                                                
Ottavio Borghi

 


                             ENZO ZANETTI PROTAGONISTA ALLA “ ISABELLA d’ESTE:


La galleria Isabella d’Este di Mantova ( via Corridoni 45 ) riapre i battenti oggi alle 17 dopo il pe-
riodo feriale con la mostra personale del pittore Enzo Zanetti. La rassegna rimarrà aperta fino al
29 Settembre.
A presentare la rassegna è Ottavio Borghi, il quale tra l’altro scrive: “ nell’opera pittorica di Enzo
Zanetti, la particolare cromìa dai toni marcati e le vigorose pennellate di irruente consistenza mate-
rica, danno vita a scene di verismo estremo. L’autore riesce così a toccare le corde recondite della
anima, suscitando inizialmente un senso di sconcerto che porta alla ricerca di altre verità, che solo
l’istinto dell’artista riesce a intravedere”.


La Voce di Mantova del 2 Settembre 2006                  
Vittorio Montanari

 


                             IMPRESSIONI:


La pittura di Enzo Zanetti spazia dagli arcani silenzi boschivi evocati da inedite valanghe croma-
tiche, a scenari agresti e marini rasserenanti, ricchi di luce e di trasparenze.
E’ il suo modo di estrinsecare una carica poetica che tende all’universale, visualizzando tutto ciò
che in funzione di leggi misteriose, colpisce il senso estetico dell’osservatore sensibile.
Foreste selvagge che sembrano vivere d’ombra e ponti antichi dalle pietre coperte di muschio che
a fatica lasciano scorrere le acque ribelli. Paesaggi collinari dall’aspetto quasi spettrale che sem-
brano emergere da un cielo che prelude tempesta, mentre a valle il sole morente colora fiori ed ar-
busti di luce tragica.
Scorci rasserenanti di darsene marine e di vele che giocano con il vento e nature morte che staglian-
dosi da sfondi fantastici, sembrano imprigionare tutte le forze della natura. Ed anche elegiache sce-
ne agresti di grano maturo e di vaste risaie dalle acque che brillano al sole riflettendo l’ombra delle
mondine, delle quali si immagina il canto scandito dagli argini e dai casolari lontani.
Notevoli le puntate dell’autore nel campo di un idealismo fantastico venato di nostalgia:
un’alta volta di fronde innevate cattura la luce di vecchi e stanchi lampioni, restituendola arricchita
di riflessi dorati, mentre un passante solitario guarda attonito lo scenario pervaso di magia.
In un’altra opera un vetusto ed imponente barcone dalle linee ancora aggraziate, torreggia sui prati
candidi e sugli alberi spogli. Acqua gelida e neve si confondono generando un’atmosfera di maesto-
sa irrealtà, quasi di fiaba.
La tendenza innata di Zanetti a sfruttare la precisione del segno al fine di una riproduzione il più
possibile veristica, non riesce ad imbrigliare il libero volo del pensiero, che può librarsi al di sopra
dell’immagine. Egli riesce pertanto sempre a fornire l’impressione di un divenire, che non riguarda
solamente una progressione di carattere formale ed estetico, ma che indirizza verso altre realtà….
verso il surreale.


Mantova, Settembre 2007                                             
Ottavio Borghi